martedì 15 aprile 2008

sabato 3 novembre 2007

Zingari = Romeni? Dalla Romania confermano: no








Pubblicato in Fatti d'Europa il 3/11/2007

Pubblichiamo un'interessante lettera inviata da un lettore rumeno al giornale on-line di Maurizio Blondet, Effedieffe. Essa conferma quanto dicevamo nel precedente intervento: "bisogna distinguere tra gli zingari e i veri romeni" (cit. dal testo).
Inoltre, si faccia attenzione al riferimento a Frattini, all'UE, alla "democrazia" (sì, quella delle censure e degli ostracismi!), al razzismo e alla xenofobia (presunti)...

Un lettore rumeno
03/11/2007

Un lettore dalla Romania ci ha inviato la presente mail - significativa soprattutto per il contenuto - che pubblichiamo come articolo.
«Caro Signore Blondet,

sono un Suo lettore dalla Romania e mi fa piacere leggere i suoi articoli ogni giorno.
Prima di cominciare vorrei farmi perdonare il mio italiano forse non sempre esatto (è stato corretto, ma non era poi male; ndr).
Ho appena letto 'La Casta ci fa ammazzare' ed essendo anche attento lettore della stampa romena, dopo quello che e successo a Roma vorrei sottolineare qualche concetto che secondo me dovrebbe essere conosciuto dagli italiani.
a) Bisogna distinguere tra gli zingari e i veri romeni.
b) La gente normale della Romania ha gli stessi sentimenti degli italiani verso gli zingari (non bisogna credere alla maggioranza della stampa romena che non vuole fare differenza tra zingari e romeni perchè altrimenti perderebbe i finanziamenti.
c) Dopo 1989 in Romania sono venute moltissime persone che hanno cominciato ad insegnarci la democrazia (italiani compresi).
Che cosa ci hanno insegnato?

Qualche esempio:
- 'dovete' rispettare i diritti delle minoranze, proprio di quelli che fanno solo follie o azioni che la nostra tradizione cristiana non ha mai accettato (gli zingari, gli omossesuali, i delinquenti, etc);
- la polizia non deve mai usare la forza contro i delinquenti, perchè si è in democrazia - cosi hanno indebolito la polizia e adesso ogni poliziotto che arresta uno zingaro o un altro delinquente teme per la sua carriera (potrebbe essere un razzista, uno xenofobo, etc);
- per qualche anno e anche prima dell'89 ci hanno sempre parlato della libera circolazione delle persone, hanno condannato il comunismo per non lasciar andar via la gente all' estero;
- ci hanno messo delle condizioni per entrare nella UE proprio stupide (come mai ci sono tanti zingari in galera? Questa e la discriminazione! Come mai le galere non hanno la TV?, Etc).
Ma, se si trova qualche politico e qualche giornalista che è contrario a queste idee è immediatamente ostracizzato e non lo si vedrà mai nelle TV importanti.

Comunque, nonostante tutti questi freni, la situazione non è ancora come a Milano e a Roma.
Voglio dire che se la polizia romena vede qualche tizio sospetto per strada oppure nella metropolitana di Bucarest lo ferma e lo controlla.
Queste cose non l'ho viste mai nella metropolitana o nelle strade di Milano (dove ho lavorato per un paio di anni).
Adesso, se uno zingaro o un delinquente sente in giro che l'Italia è il paradiso per loro, è ovvio che tutti aspirino ad andare là.
Come mai non vanno in Austria o in Germania, dove hanno cercato per un paio di anni, dopo '89, di immigrare fino quando i tedeschi si sono accorti come stavano le cose e hanno smesso di criticare la Romania per la cosiddetta discriminazione degli zingari?
Ma Voi avete Frattini che ogni mese visita la Romania e ci insegna come dobbiamo trattare le minoranze etniche e sessuali.
L'ultima sua idea era di lasciare entrare 3 milione e mezzo di immigranti in Europa perchè non c'e forza lavoro.
Puoi dire questo in un Paese dove c'e tanta gente che non ha lavoro?

La prego di paragonare il film 'Bowling for Colombine' con questa situazione: gli americani stavano bombardando la Serbia e nella città dove si preparavano le bombe due ragazzi uccidono degli innocenti in un college; nel nostro caso l'Europa ci sta 'bombardando' con le stupidaggini riguardanti i zingari 'innocenti' e questi zingari tornano verso l'Europa.
Purtroppo pagano sempre gli innocenti.
Almeno in questo mondo...

Grazie a Lei,

Lettera firmata

Post Scriptum: bisogna anche sapere che nel 1859 le grandi potenze d'Europa avevano accettato la prima unificazione (tra la Muntenia e la Moldavia) ad una condizione: di liberare gli zingari.
Cosi siamo diventati il primo Paese dove gli zingari sono stati liberati e ci hanno inondato da tutti i Paesi vicini e non solo».


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Sull'efferato omicidio di Tor Quinto: l'ennesimo martire vittima del Sistema + tanta ipocrisia e lacrime di coccodrillo








Pubblicato in Fatti d'Europa il 2/11/2007


Purtroppo Giovanna Reggiani, la donna 47enne rapinata e seviziata da uno zingaro di nazionalità romena nella zona di Tor Quinto (Roma), ci ha lasciato. Nicolae Romulus Mailat è il nome dell'aggressore 24enne.

L'accaduto ha suscitato improvvisamente un'ondata "giustizialista" (soprattutto in alcuni degli ambienti "progressisti" attualmente al governo) come non si era mai visto prima in Italia. Nella serata di mercoledì 31 ottobre il governo decide di approvare con decreto (non per via parlamentare quindi) il pacchetto sicurezza. Disco verde al governo perfino da parte dell'irriducibile invasionista d'Italia, tale ministro Ferrero. Il presidente del Consiglio Romano Prodi si mette subito in contatto telefonico con il primo ministro rumeno,
Calin Popescu Tariceanu, per concordare misure eccezionali di contrasto alla criminalità romena e di rimpatrio dei cittadini romeni. Il capo dello Stato Giorgio Napolitano ha firmato ieri mattina il decreto che prevede l’espulsione dei cittadini comunitari che rappresentino un pericolo per la sicurezza pubblica. Le autorità assicurano che tra qualche giorno le baracche in prossimità della stazione di Tor Quinto, presso le quali aveva trovato rifugio lo zingaro, verranno rase al suolo e che la stessa sorte toccherà agli altri campi abusivi lungo il Tevere. Il sindaco della decadente Roma, Walter Veltroni, ha deciso di far giocare il derby Roma-Lazio con il lutto al braccio (decisione maturata addirittura prima che la donna morisse).

Qualcuno potrebbe forse pensare che noi esclameremo con un bel "oh, finalmente!". Ma non è così. No, perché non possiamo non ravvisare più di una nota stridente nelle reazioni del mondo politico e dei mezzi di informazione. Procedendo per punti, proviamo a spiegare perché tutto questo né ci convince né tantomeno può esser considerato risolutivo del problema che a noi sta più a cuore: la morte etno-culturale dell'Italia (quella vera, non la "nuova Italia" voluta e preconizzata dai mondialisti di ogni ordine e grado!).

1)
Innanzitutto, visto il nuovo clima di "caccia alle streghe" avente per bersaglio la comunità rumena residente in Italia, noi affermiamo la necessità di operare una doverosa distinzione tra zingari, molto spesso di nazionalità rumena (proprio come l'assassino di Giovanna Reggiani), e Romeni autoctoni in tutto e per tutto europei, etnicamente e culturalmente. Perché questa distinzione? Per razzismo? No signori, la loro estrema diversità è un dato di fatto, al di là di quello che è scritto nei documenti alla voce "cittadinanza" o "nazionalità"...

2)
Tenendo conto della suddetta distinzione e considerando che i Romeni sono la comunità straniera più numerosa in Italia, è bene ridimensionare le accuse mosse a loro carico sulla base dei dati relativi alla criminalità; intendiamo sostenere, a buon diritto, che se i Romeni delinquono di più è perché sono i più numerosi (il 15,1% degli stranieri in Italia) e perché le loro statistiche del crimine sono "falsate" per eccesso dai molti rom di nazionalità rumena. Sarebbe interessante, oltre che giusto, elaborare dati separati per l'uno e per l'altro gruppo etnico. Per conoscere le cifre dettagliate del rapporto 2006 sulla criminalità si veda questo articolo nel blog Euro-Holocaust.

3)
Potrebbe sembrare strano sentir parlare all'improvviso di rimpatri ed espulsioni, due parole quasi tabù fino a pochi giorni fa ed ora ripetute con forza da esponenti del governo e da prefetti. Qualcuno dell'attuale maggioranza si azzarda ad invocare il "pugno duro", la "severità": fra questi, Walter l'Africano, che usa toni insolitamente duri, si precipita di qua e di là, rilascia dichiarazioni, assume il comando delle operazioni, parla di espulsioni, di "iniziative straordinarie", di "urgenza sul piano legislativo". Come mai un tale allarmismo "a scoppio ritardato"? Dove erano i vari Veltroni e compagnia quando lo stupratore e/o l'assassino non era il rumeno (arrivato dopo) bensì il nordafricano, il nigeriano o l'albanese? Perché ad un tratto si minacciano espulsioni per i cittadini comunitari quando sarebbe stato più giusto e logico, specie dopo la creazione dell'Unione Europea, iniziare con le espulsioni degli extracomunitari (africani, asiatici e sudamericani)? Noi pensiamo che questo allarmismo sia funzionale a quella ideologia multietnicista di annientamento dei popoli europei, essendo stato scelto come capro espiatorio un gruppo etno-culturale europeo a noi certamente molto più affine (ripeto, zingari a parte) di quanto non lo siano africani o asiatici vari.

4) Alla luce di queste nostre considerazioni, è bene precisare che per noi l'allontanamento dei cittadini comunitari (quindi anche romeni) colpevoli di crimini non è in sé una misura ingiusta (anzi, tutt'altro), ma diventa fortemente sospetta quando la "minaccia" sembra rivolta solo o preferibilmente agli immigrati europei piuttosto che ai non-europei. In altri termini, gradiremmo che oggetto di rimpatri (quanto più massicci possibili) fossero per primi i cittadini extracomunitari (+ gli zingari), poi, eventualmente, la restante immigrazione europea. Perché secondo noi, alla faccia del neo-egualitarismo globalista, gli immigrati non sono tutti uguali...

5)
Detto questo, come già fatto in passato (vedere 1, 2 e 3), noi continueremo a denunciare le attività illecite e criminose, o più o meno "dannose", anche degli immigrati europei presenti sul nostro suolo, prendendo incondizionatamente le difese degli autoctoni italiani.

6)
In alcuni blog è stato fatto giustamente notare un dettaglio di non poco conto, che avrà certamente favorito la grande risonanza data al caso: l'alta posizione sociale di Giovanna Reggiani, moglie di un ufficiale della Marina. Sì, è vero, un risalto notevole fu dato dai mezzi di informazione anche al caso dell'umile Vanessa Russo, ma non seguì nessuna mobilitazione di tipo politico, nessun "pugno duro"... Attenzione, con questo non intendiamo minimamente abbassare il livello di tragicità dell'accaduto (non a caso Giovanna da oggi entra a far parte della nostra categoria "martiri", come tutte le altre vittime), ma non possiamo fare a meno di rimarcare il noto modus operandi della Casta. Inutile aggiungere altro.

Fonti:
1. La Stampa
2. RaiNews24
3. la Repubblica.it
4. NoReporter.Org

domenica 28 ottobre 2007

DdL Levi-Prodi: facciamo qualche passo indietro fra Italia, Europa e Stati Uniti

Pubblicato in Fatti d'Europa il 22/10/2007




Dopo l'intervento di Beppe Grillo sul disegno di legge Levi-Prodi, chiamato a "ordinare" la normativa in materia editoriale, proponiamo la visione del filmato (in basso) realizzato dal Dott. Valentino Spataro, direttore del sito Civile.it. Si presti attenzione soprattutto a certi antecedenti, o, per dirla alla Spataro, campanelli di allarme squillati negli anni e mesi precedenti alla formulazione del Ddl in causa. Il video, della durata di min. 26:18, è ricco di riferimenti a commenti ed opinioni espressi in siti esterni.

In aggiunta segnaliamo un recente intervento in Euro-Holocaust a proposito di alcune manovre tese a limitare la libertà di espressione in Rete nei paesi dell'Unione Europea e negli Stati Uniti.

E' dello scorso settembre la folle proposta del "nostro" Franco Frattini, vicepresidente della Commissione europea, di applicare dei "filtri" ad Internet per bloccare la diffusione di informazioni "pericolose" impedendo alla gente di cercare parole come (udite udite!) "bomba", "genocidio" o "uccidere" (!!!). L'intento dichiarato sarebbe quello di contrastare i collegamenti informatici fra terroristi (par di capire soprattutto radicalisti islamici), i quali terroristi immaginiamo si metterebbero a ridere se leggessero un'idiozia di questo calibro. E ridiamo anche noi (spiegare il perché sarebbe superfluo), ma non più di tanto essendo ben consapevoli che "bislaccherìe" come quella di Frattini facilmente si prestano ad interpretazioni più che opinabili col risultato di imbavagliare nei fatti l'informazione circolante in quello che è forse l'ultimo baluardo rimasto di libera espressione (ultimo almeno come mezzo potenzialmente alla portata di tutti o quasi). Ulteriori particolari in un articolo di Maurizio Blondet datato al 12 settembre 2007.


E Maurizio Blondet è l'autore di un altro articolo, risalente allo scorso 18 ottobre, circa la volontà di potenti e note lobbies statunitensi di tassare importanti servizi quali l'accesso ad Internet, la creazione di un blog e l'utilizzo della posta elettronica.


Ma in fondo non siamo mica in Iran o in Cina! Questo è il "libero Occidente"... o almeno è così che a qualcuno piace pensare (e far credere).




venerdì 12 ottobre 2007

Cofferati, io non mollo

(ANSA) - BOLOGNA, 11 OTT - Non ci saranno elezioni anticipate a Bologna, orfana da ieri della sinistra (compresi Sd e Sdi) uscita dalla maggioranza. Per il sindaco Sergio Cofferati vale il consenso espresso dagli elettori nel 2004 per cui andra' avanti con l'appoggio di Ds e Dl nel Consiglio comunale. L'annuncio e' dato dallo stesso sindaco: 'o si sta all'opposizione o al governo'. Un principio valido anche per l'assessore allo Sport Anna Patullo (Pdci): 'o si dimette dalla Giunta o dal partito'.

Mi ricorda molto la situazione del governo, intanto noi cittadini non contiamo nulla, petizioni,firme raccolte, manifestazioni.

sabato 8 settembre 2007

INVITO MEMORIAL ORIANA FALLACI



COMITATO UNA VIA PER ORIANA FALLACI
“Per mantenere vive le coscienze che ha risvegliato”

INVITO

“MEMORIAL ORIANA FALLACI”


FIRENZE SABATO 15 SETTEMBRE 2007

ore 16.00 Omaggio a Oriana Cimitero Evangelico Allori
via Senese 184 Galluzzo FI uscita A1 FI-Certosa FFSS S.M.N Bus 36 fermata 12

ore 17.30 Grand Hotel Mediterraneo Accrediti Stampa, Relatori Ospiti
Lungarno del Tempio 44 FI uscita A1 FI-Sud FF.SS S.M.N Bus 14 fermata via Arnolfo

ore 18.00 “Saluto di benvenuto”
del Presidente del Comitato e del Presidente dell’Ordine dei Giornalisti

ore 18.10 “Convegno Studi in ricordo di Oriana”
Giornalisti e Scrittori commemorano la scrittrice scomparsa

ore 19.30 “Premio Oriana Fallaci”
Premiazione dei Giornalisti e Scrittori intervenuti al Convegno Studi

ore 20.00 “Borsa di Studio Oriana Fallaci”
Istituzione Borsa di Studio Giovani Giornalisti

ore 21.00 “Cena Conviviale Ristorante Mediterraneo”
con i Giornalisti, Scrittori e personalità politiche partecipanti al Memorial

Partecipazione ad invito strettamente personale valida solo se confermata, per aderire, invia e-mail a
comitatounaviaxoriana@yahoo.it o telefona al n. 339/8704.071

Cordiali saluti
Armando Manocchia - presidente del Comitato



C/o Armando Manocchia -
Comitato una Via per Oriana Fallaci
Via Montanara, 26 - 40026 Imola (BO)

fonte LIsistrata

martedì 14 agosto 2007

Il razzismo "progressista": una logica rassicurante (per loro)



Dal quaderno n° 2 di Polaris L'immigrazione, a cura di Francesco Amato, Pietro Battistella, Francesco Boco, Paolo Caioli, Maria Teresa Ferazzoli, Andrea Forti, Vincenzo Pino, Augusto Ricci, Adriano Scianca - coordinatore: Gabriele Adinolfi (pp. 12-14).

La guerra tra poveri


Partendo dal presupposto, vero ma falsato, secondo il quale l’immigrato è una vittima dell’ingiustizia capitalistica, gli “esperti” e quelli che decidono in materia di assimilazione, sono riusciti, anche in Italia, a compiere un capolavoro.

Hanno messo in atto ogni misura ufficiale o ufficiosa (ovvero leggi se possibile, o metodi di aggiramento delle regole correnti quando non si possano varare leggi ad hoc) per favorire sistematicamente gli immigrati rispetto agli autoctoni.

Posto che i primi sarebbero vittime nostre (identificazione collettiva nel Moloch) allora diviene giusto che noi si faccia loro largo e si dimostri la nostra totale disponibilità a farci perdonare (sindrome dell’autoflagellazione).

Sicché si offre loro l’assistenza piena e gratuita; e fin qui non subentra alcun disagio sociale; quando però essa è gratuita e ogni italiano, per sottoproletario che sia, paga; quando la priorità negli asili nido, oltre che nell’assistenza medica è sempre la medesima e in uno scenario in cui le famiglie italiane hanno difficoltà enormi a trovar posto per i figli; quando l’assistenza pubblica da una parte è scontata e dall’altra a dir poco tribolata; quando le priorità sulle assegnazioni degli alloggi diventano manifeste, allora inizia una vera e propria guerra fra poveri. Vieppiù comprensibile se si considera che la concorrenza lavorativa (e qui le responsabilità del padronato nella logica capitalista sono manifeste), in uno scenario economico in cui regredisce la produzione e siamo in pieno fenomeno di delocalizzazione delle imprese, contribuisce non poco all’impoverimento ultreriore delle classi lavoratrici.

La genialità dei criteri degli universalisti utopici ha così contribuito a far nascere una guerra tra poveri, rovesciando qui i rapporti di forza esistenti lì.
Ovvero si è fornito privilegio presso di noi agli immigrati a scapito degli autoctoni perché si addebita a questi ultimi la responsabilità del disagio socioeconomico procurato in casa loro dalle Multinazionali.

Quanto sia folle questo ragionamento dovrebbe apparire palese. Intanto — consciamente o, ancor peggio, inconsciamente — é di un ragionamento razzista che si tratta: se sono bianchi i dirigenti delle Multinazionali allora la colpa di tutto è dei bianchi in quanto tali, mentre dalla parte dei non bianchi vi sono solo ragioni e crediti: è questo il ragionamento che viene applicato, non altri.

Di colpo allora scompare la consueta lettura classista del capitalismo che pure è alla base ideologica di quasi tutte quelle organizzazioni e fa improvvisamente posto ad una vera e propria patologia biologista che oltretutto ignora paradossalmente e clamorosamente se stessa. E questo finisce col far pagare due volte il costo dell’odierno sistema alle classi deboli occidentali che, già private di possibilità di produzione e di un futuro lavorativo certo dal sistema multinazionale e dalla politica del Wto, si trovano a dover far fronte in casa propria ad una concorrenza massiccia, completa e soprattutto protetta. E diventano quindi i sottoproletari degli immigrati.
Tanto per cambiare, i geni intellettuali del progressismo, quelli che criticano in modo “scientifico” i rapporti di forza e gli schemi costitutivi del capitale sono riusciti una volta ancora a reiterarli all’infinito, del tutto incapaci di cambiare quella logica che continuano a fotografare e a additare ma che, evidentemente, è per loro insostituibile e rassicurante.

L'immigrazione
(Polaris), pp. 12-14